Se avete già letto la "breve storia di Stella", contenuta in altra pagina di questo sito, sapete che il Signor Franco Indraccolo (Franco), coraggioso e generoso connazionale, risiede in Danimarca da oltre 20 anni, nella stessa città ove abita mia figlia, è la persona alla quale Stella Marlene, già nel 1998, si rivolse chiedendogli di rintracciarmi poichè desiderava conoscermi ed incontrarmi e gli consegnò alcune sue foto recenti ed un suo personale dono da inviarmi. L'immediato, successivo intervento punitivo operato dalla madre sulla bambina (all'epoca dodicenne) vanificò il desiderio di mia figlia, poichè la bambina stessa pochi giorni dopo, spaventata, dichiarò agli assistenti sociali:
"Non voglio avere a che fare con Bruno, ho già un padre e non è lui."
Il 20 novembre 2000 Franco mi telefonò dicendomi che Stella Marlene (era 15enne) gli aveva appena telefonato esprimendo, nuovamente, il suo desiderio di incontrarmi e di conoscermi. Preso da una forte emozione lo pregai di fornire a mia figlia l'indirizzo WEB di questo sito e di dirle che desideravo una sua conferma personale sulla pagina dei messaggi.
Francesco (Franco) Indraccolo:
Il 22.11.2000 alle ore 14.00 apparve l'affettuoso, imbarazzato messaggio di Stella Marlene Kold Jensen: "Hello papa..!!!" (visibile nella predetta pagina)
Partii immediatamente, assieme alla mia famiglia, per la Danimarca, ansioso di rivedere mia figlia Stella Marlene dopo oltre 10 anni di forzata separazione.
Arrivai alle ore 15 di domenica 26.11.2000 a Silkeborg, a casa di Franco.
Il mio amico italiano compose il numero del cellulare di mia figlia e la informò che ero a Silkeborg. Lei, emozionatissima, gli rispose che mentiva: non ci credeva! Franco confermò.
La mia bambina disse che voleva incontrarmi e chiese il tempo di "prepararsi"; ci diede appuntamento alle ore 18 presso il ristorante italiano ROMA di Silkeborg ma disse anche, con voce tremula, che non sarebbe venuta subito al nostro tavolo: si sarebbe seduta in uno accanto poichè prima desiderava "vedermi e abituarsi".
Compresi il suo stato d'animo, anch'io mi sentivo confuso e timoroso; mia figlia non era più la bambina con cui giocavo teneramente e che tenevo tra le mie braccia, ora l'immaginavo come quasi una donna. Una donna di cui non sapevo nulla, neppure come pensava, come agiva. Sapevo solo che nei tredici anni della nostra separazione l'avevano obbligata a chiamare papà ben cinque uomini e tutti erano spariti dalla sua vita, compreso colui di cui ancora è costretta a portare il cognome. Io sono il sesto e sono uno straniero: come potrà fidarsi di me?
Scelsi un tavolo al centro del locale e non staccavo gli occhi dalla porta d'ingresso. Annette, la moglie danese di Franco, anche lei presa da forte emozione, cercava di darmi consigli e mi suggeriva di essere calmo; mia moglie non riusciva quasi a parlare. Mimmo, il titolare del ristorante che conosceva tutta la vicenda, aveva scelto il tavolo ove si sarebbe seduta Stella Marlene: proprio di fronte a me.
Finalmente entrò, era con una amica. Come è bella! Guardò verso di noi solo per un attimo; pensai che il suo cuoricino stava battendo a mille all'ora, come il mio. Mentre si dirigeva al suo tavolo vedevo trasparire la sua grande emozione. Iniziò a confabulare con la sua amichetta e non puntò mai i suoi occhi verso di me. La tensione era manifesta, la si poteva toccare. Trascorse un quarto d'ora, anche noi cercavamo di ridurla parlando di banalità; Annette continuava a suggerirmi di rimanere calmo e di attendere.
Non resistetti un'altro quarto d'ora, presi un foglietto e scrissi: "Ciao Stella", lo piegai e pregai il cameriere di darlo a mia figlia. Lei lo aprì delicatamente e dopo averlo letto non riuscì a trattenere le lacrime e neppure io; si alzò dirigendosi verso il bagno.
Ricomposta, tornò a sedersi assieme alla sua amica. Passò un'altra mezza oretta poi Franco andò da lei. Parlarono assieme e dieci minuti dopo Stella si alzò e si diresse verso di me fissandomi negli occhi. Ci abbracciammo commossi; anche la sua amichetta Lotte si sedette con noi. Ailiin, la mia bambina di cinque anni le affermò di essere sua sorella, Stella le rispose che lo sapeva. La mia ritrovata figlia si strinse al petto, prese con gioia i regali che le avevo portato e chiese una mia foto da tenere nel borsellino.
Eccoci assieme e felici, finalmente! Dopo oltre 10 anni:
C'è anche la sua amica Lotte ed Ailiin:
Rimanemmo nel ristorante, divenuto il luogo più bello e divertente del mondo, sino alle 23. Stella mi diede appuntamento per l'indomani alle 14.30 (dopo la sua uscita dalla scuola).
Stella anticipò il nostro appuntamento e si recò a casa di Franco alle 13.00 invece che alle 14.30. Trascorremmo tutto il pomeriggio in città passeggiando gioiosi, facendo piccoli acquisti e brevi soste in pasticceria. Verso le 18 ci salutammo poichè mia figlia doveva rientrare a casa. Stella mi disse che aveva informato il Preside della scuola dei suoi incontri con me ed egli le aveva concesso, per l'indomani, tutto il giorno libero con la promessa che non avrebbe riferito nulla a sua madre.
Il martedì ci incontrammo al Caffè Creme di Silkeborg, ero assieme alla mia famiglia e al mio caro amico Franco; mia figlia venne in compagnia di Lotte.
Stella sapeva che era il nostro ultimo giorno perchè dovevo rientrare in Italia e cominciò a farmi una serie infinita di domande sulla relazione che ebbi con sua madre e, soprattutto, sulla mia vita. Poi cominciò a chiedermi cosa avevo fatto per interrompere la nostra separazione da quando essa fu trasferita in Danimarca. Risposi dettagliatamente a tutte le domande, evitando il più possibile di colpevolizzare sua madre e precisai che ritenevo responsabili le Autorità danesi. Sapevo che Stella amava sua madre e che quest'ultima era la persona che l'ha cresciuta ed allevata e da cui ancora oggi dipende sia sentimentalmente e sia nella concretezza della sua quotidianità.
Stella mi disse, inoltre, che sua madre le aveva detto, fin da piccola, che sono un uomo molto pericoloso e tutt'ora sono ricercato dalla Polizia danese a causa di miei numerosi comportamenti criminali e che essa si era battuta per tutti questi lunghi anni, affinchè, per il suo bene, non mi avesse mai incontrato.
Consapevole che mia figlia mi conosceva solo attraverso le affermazioni di sua madre e che non poteva provare particolari sentimenti affettivi nei miei confronti, cercai di farle comprendere, con molta delicatezza che volevo starle vicino, che avrei desiderato che vedesse la mia casa, il mio ambiente; che conoscesse Raffaele, il suo fratello più grande e che tutti noi eravamo felici di esserci finalmente riuniti. Le dissi tante, tante altre cose affettuose .
Parlammo per 6 ore seduti in quel caffè! Traspariva il suo desiderio di essere aiutata ma ad ogni mia proposta che l'avvicinasse al pensiero di venire in Italia, anche solo per una breve vacanza, si discostava impaurita. Affermò anche che non aveva nessuna intenzione di imparare l'italiano. Desideravo che sapesse che le volevo bene e che avevo fatto per starle vicino, affinchè fosse consapevole che suo padre non l'aveva mai abbandonata. Ed ora, se voleva, si poteva piano piano tentare di riprendere quel rapporto, tra di noi, che 13 anni fa fu malauguratamente interrotto con il suo rapimento.
Non so se Stella mi abbia capito o creduto; tre giorni sono pochi per smontare 10 lunghi anni di indottrinamento, inculcatole da sua madre.
Quando ci abbracciammo per salutarci le promisi che sarei ritornato presto, molto presto; nel frattempo ci saremmo telefonati quotidianamente.
Ma non ci fu più nulla!
La madre di Stella, circa una decina di giorni dopo, appreso del nostro incontro scatenò un vero e proprio inferno nei confronti della ragazzina. Infatti, Stella telefonò a Franco e, con atteggiamento rabbioso ed arrogante, gli confermò che ero un incallito criminale e che non voleva più avere contatti con me e neppure con lui.
Mia figlia, come tale, completamente perduta e se un giorno vorrà incontrarmi di nuovo sarà per pura curiosità o per diversi, propri interessi non connessi alla spiritualità che lega una figlia al proprio padre.
Sua madre ha sempre affermato di amarla.
Le Autorità danesi hanno sempre affermato di operare nell'esclusivo interesse della bambina.
Povera Stella, bambina mia, quanto diversa sarebbe stata la tua vita ed il tuo futuro se avessi potuto starti accanto.
Con mia grande soddisfazione informo che, dall'inizio della mia attività, prima per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, poi direttamente per Studi Legali e per privati, in totale, sono già
oltre 95 i bambini sottratti all'estero che abbiamo fatto rimpatriare.
- Bruno Poli.
Dovranno essere riconsegnati al loro papà e ritornare a Hong Kong.
Dall'Ungheria, dovrà essere riconsegnata al suo papà.
Dovrà essere riconsegnato al suo papà.
Il Tribunale peruviano ha ordinato il suo rimpatrio in Italia e la restituzione al padre.
E' tornata dal Brasile dalla sua mamma.
E' tornata dagli Stati Uniti dal suo papà.
Sono tornati dagli Stati Uniti e si trovano con il loro papà.
Sono tornati dal Messico dal loro papà.
E' stato ordinato il loro rimpatrio dalla Finlandia in Italia, dal loro papà.
E' stato ordinato il suo rimpatrio dall'Inghilterra in Italia e rivedrà il papà.
Dal Sudafrica, è tornata in Italia dal suo papà.
Sono stati riconsegnati alla madre che li ha riportati in Spagna.
Dalla Romania, è ritornata dal suo papà.
Dall'Inghilterra è stato riconsegnato al suo papà.
Dal Brasile, è stato ordinato dal Tribunale brasiliano il suo rimpatrio in Italia e la riconsegna al suo papà.
Dalla Spagna, è stato disposto il suo rimpatrio in Italia ed è stato riconsegnato alla madre.
Dal Brasile, è tornata dal suo papà.
Dalla Germania, è stato disposto il suo rimpatrio in Italia e la riconsegna al suo papà.
Dalla Colombia, è stato ordinato, dal Tribunale colombiano, il suo rimpatrio in Italia e la riconsegna al suo papà.
Dall'Inghilterra, è stato disposto il suo rimpatrio e la riconsegna al suo papà.
Dalla Tunisia.
Dalla Germania.
Dalla Spagna.
Dalla Germania è stato riconsegnato al padre a S. Diego (California).
Dall'Inghilterra.
Dall'Olanda.
Dalla Polonia.
Dalla Germania, la bambina dovrà essere rimpatriata in Italia e consegnata al padre.
Dall'Ucraina, è rimpatriato in Italia ed è con il padre.
Dalla Slovacchia, è stato disposto il suo rimpatrio in Italia e la riconsegna al padre.
Dal Portogallo, è stato disposto il loro rimpatrio in Italia e la riconsegna al loro papà.
Dagli Stati Uniti.
Dagli Stati Uniti, tutti i fratelli sono stati rimpatriati dal loro papà in Italia.
Dall'Olanda, è stato rimpatriato dal suo papà.
Portato dalla madre in Russia, è stato rimpatriato ed ora è con il suo papà.
Portati in Egitto dal padre, sono tornati con la madre.
Portata in Germania dalla madre, è stata rimpatriata dal suo papà.
Portata in Colombia dalla madre, è stata rimpatriata dal suo papà in Italia.
Portata in Libano dal padre, è rientrata in Italia, dalla sua mamma.
Portata in Colombia dalla madre, è stata rimpatriata in Italia dal suo papà.
Portato in Svizzera dalla madre, è stato disposto il suo rimpatrio, in Italia, dal Giudice svizzero. A seguito di un nuovo rapimento di Ruben perpetrato dalla madre, la Corte di Appello svizzera, in data 20 luglio 2004 ne ha ordinato il rimpatrio
Portate in USA dalla madre, rientrate in Italia dal loro papà.
Le bambine sono tornate a casa.